Progetto “Food as culture”
Mangiare, imparare, educare
PREMESSA
“Gli animali si nutrono, l’uomo mangia e solo l’uomo intelligente sa mangiare”
(Jean Anthelme Brillat-Savarin, politico e gastronomo francese)
Il cibo è cultura perché ha inventato e trasformato il mondo. E’ cultura quando si produce, quando si prepara e quando si consuma. E’ il frutto della nostra identità e uno strumento per esprimerla e comunicarla.
Creare una relazione consapevole con il cibo fin dalla prima infanzia è necessario per “imparare a mangiare”, perché è nei primi anni di vita che il bambino instaura il suo personale rapporto con gli odori e i sapori che lo circondano. Il cibo è fonte di energia fondamentale per la crescita: una corretta alimentazione assicura il giusto sviluppo dell’organismo evitando carenze nutrizionali e prevenendo malattie come obesità, diabete e ipertensione
Il cibo è educazione: agendo sull’alimentazione è possibile promuovere la salute non solo durante l’infanzia ma anche in età adulta. Il contesto familiare è di fondamentale importanza. I bambini mangiano quello che mangiano i genitori, e viceversa. Se tutti i commensali sono informati e motivati, possono modificare insieme le proprie abitudini e trasformare i pasti in una occasione di alleanza educativa strategica per la promozione della salute.
Questo progetto è il frutto della collaborazione tra un’insegnante di scuola primaria e un giovane chef e tecnologo alimentare torinese, e nasce con l’intento di rimarcare il forte legame che unisce cibo ed emozioni.
Mangiare è il gesto quotidiano che lega l’uomo alla terra.
“Mangiare è un atto agricolo”.
OBIETTIVI
Offrire ai bambini l’occasione di familiarizzare con la cucina e i suoi strumenti; imparare a distinguere i vari alimenti ed elaborarli in forma ludica; sperimentare la magia della trasformazione degli alimenti toccandoli, mescolandoli, manipolandoli e impastandoli.
Sviluppare nei bambini la consapevolezza del cibo come dono della natura e come frutto della creatività umana, come realtà viva da rispettare e come fonte di esperienze sensoriali ed emotive.
Favorire lo sviluppo di un pensiero critico sulle proprie scelte alimentari, diventando soggetti attivi rispetto alle stesse.
Ridurre gli sprechi alimentari.